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Unobravo e Animenta: insieme nel trattamento dei DCA

Unobravo e Animenta: insieme nel trattamento dei DCA

di Lucia Pecoraro - 06/03/2024 Contenuto revisionato dalla redazione clinica
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Unobravo e Animenta: insieme nel trattamento dei DCA

I dati recenti sui disturbi del comportamento alimentare (DCA) e sui disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DNA) non sono incoraggianti: secondo quanto riportato dal Ministero della Salute in Italia, nel periodo compreso tra il 2019 e il 2023, a più di 3 milioni di individui nel paese sono stati diagnosticati difficoltà o disagi che rientrano in quest’ambito.


Un aspetto da attenzionare è il crescente numero di casi nella popolazione, un tempo associato ad adolescenti e giovani adulti/e tra i 14 e i 25 anni. Tuttavia, negli ultimi anni, in particolare successivamente alla pandemia, si è osservato un cambiamento in questo trend, coinvolgendo anche preadolescenti e adulti di età compresa tra i 30 e i 39 anni.


L’incidenza in aumento rende sempre più evidente il fatto che tali disturbi non hanno semplicemente una connotazione intrapsichica, ma sono anche riflesso di fattori relazionali e sociali. Questi disagi sono indice di problemi specifici presenti nella nostra cultura ed evidenziano questioni e conflitti diffusi nella società occidentale, che in alcune persone si manifestano sotto forma di psicopatologia.


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Per far fronte a questo fenomeno in crescita, dal 2022 Unobravo collabora con Animenta, associazione di promozione sociale impegnata quotidianamente nel prendersi cura di chi soffre di DCA e DNA e delle loro famiglie. Dall’inizio del programma sono stati supportati più di cento pazienti e, ogni giorno, nuove persone decidono di intervenire tempestivamente intraprendendo questo percorso multidisciplinare.


Ci ha raccontato il progetto la psicologa e psicoterapeuta Carina Susana Hernandez, membro dell’equipe di professionisti Unobravo che ha messo le proprie competenze cliniche al servizio delle persone che si rivolgono ad Animenta in cerca di aiuto.


In cosa consiste il progetto?


La partnership tra Unobravo e l'associazione Animenta si è creata proprio per rafforzare la rete di professionisti del benessere psicologico e della nutrizione.


La dottoressa Hernandez ci spiega infatti che la mission di Animenta è “offrire sostegno alle persone con DCA e DNA e alle loro famiglie. Animenta ha una visione psico-socio-educativa dell’intervento, che viene declinato con laboratori speciali a tema cucina-nutrimento, ma anche di integrazione e sostegno grazie a una equipe formata da figure professionali che lavorano insieme per offrire un servizio a 360 gradi. A noi psicologi e psicoterapeuti Unobravo tocca la fondamentale parte del sostegno psicologico e del trattamento terapeutico”.


La collaborazione tra Animenta e Unobravo ha dato quindi vita a un'iniziativa volta a fornire un servizio dedicato alle persone affette da Disturbi del Comportamento Alimentare e anche ai loro familiari, offrendo supporto psicologico accessibile da qualsiasi luogo e in qualsiasi momento.


“Nelle loro molteplici manifestazioni, DNA e DCA condividono il fatto di essere strategie disadattive che le persone adottano inconsapevolmente per affrontare emozioni e conflitti interni e relazionali”, ci racconta Hernandez. “Un trattamento terapeutico con uno psicologo o uno psicoterapeuta è indispensabile per comprendere il significato sotteso ai sintomi e per sviluppare nuove strategie di gestione delle emozioni”.


Tuttavia, a seconda della gravità della situazione, può essere necessario integrare il trattamento in un piano terapeutico multidisciplinare, che potrebbe includere la consulenza di un nutrizionista, il supporto di uno psichiatra, lo svolgimento di workshop e laboratori esperienziali.


Efficacia dei percorsi integrati e multidisciplinari nel trattamento dei DCA


In base alla sua esperienza, per la dottoressa Hernandez “risultano efficaci percorsi di sostegno psicologico e psicoeducativo focalizzati sulla relazione tra disagio mentale, immagine del corpo e accettazione sociale. Bisogna partire dal significato che per il paziente assume la parola ‘cibo’ e dal concetto simbolico di nutrimento alla vita nella triade: mente-corpo-emozioni”.


Data la complessità e la gravità di queste psicopatologie, che in alcuni casi possono portare alla morte, ritiene che siano “particolarmente funzionali percorsi integrati tra orientamento psicodinamico, interventi cognitivo-comportamentali e mindfulness. In particolare, quest’ultima è una buona strategia per la gestione dell'ansia e compulsività. Nella fase iniziale di ogni percorso teraputico è molto importante l'ascolto attivo ‘non critico’ e un interesse sincero per comprendere la natura del dolore psicosomatico, due aspetti fondamentali per costruire un rapporto di fiducia tra terapeuta e paziente. 


Anete Lusina - Pexels

Lungo il percorso ogni paziente - in base alle sue caratteristiche e alle risorse della propria rete - potrà interfacciarsi con altre figure professionali (psichiatra, nutrizionisti, personal trainer). Per ciascun paziente bisogna prevedere un trattamento ad hoc, sartoriale, come fosse un vestito su misura”.


Un gioco di squadra: il ruolo della famiglia e degli amici


Il tema del controllo e quello della corporeità sono spesso i nuclei in cui si sviluppa la sofferenza dando vita a una battaglia psicofisica in cui il corpo diventa l'arena di conflitti interiori. Durante l'adolescenza, spesso caratterizzata da eccessi, tumulto emotivo e cambiamenti fisici destabilizzanti, questi disturbi possono essere amplificati.


Nelle famiglie con un membro affetto da un DCA, le conversazioni spesso ruotano attorno al tema del potere, con una costante battaglia per definire i rapporti, dove l'argomento effettivo è meno importante rispetto alla lotta.


“La famiglia e gli amici possono essere essenziali come rete di sostegno positivo o, a volte, proprio il contrario: un elemento negativo fondamentale e da affrontare fino a ristabilire l'equilibrio emotivo funzionale per il paziente” sostiene Hernandez.


Con le sue competenze, lo psicologo gioca un ruolo chiave non soltanto per la persona affetta da DCA o DNA, ma anche per la sua famiglia, che soffre insieme a lei. Per questo motivo, il servizio offerto da Animenta e Unobravo si estende anche a familiari, parenti e amici che si trovano a fianco di una persona affetta da DCA. La famiglia, nonostante possa non avere alcuna responsabilità, gioca un ruolo cruciale nel percorso terapeutico, pertanto è essenziale fornire anche ai suoi membri il supporto necessario.


Auguste de Richelieu - Pexels

Hernandez afferma infatti che “la chiave del nostro lavoro è portare il paziente verso la consapevolezza del proprio sé, accettandosi e accettando gli altri componenti del gruppo famiglia. L’intervento dello psicologo mira a orientare e rendere possibile il pensare e stabilire nuovi modi di stare in relazione con sé e l’altro”.


Nutrirsi rappresenta, per tutti gli esseri viventi, sia un elemento di equilibrio fisiologico che di gratificazione. Tuttavia, per gli esseri umani, il cibo ha anche un significato più profondo: è un veicolo di relazioni che inizia con il nutrimento nel grembo materno e si sviluppa nell'età adulta attraverso la condivisione conviviale, unendo i bisogni fisiologici a quelli sociali.


A questo punto, il cibo diventa parte della cultura, della tradizione, della storia personale e delle storie di una comunità. Poiché prendersi cura di sé stessi e sviluppare consapevolezza sono due aspetti fondamentali del benessere psicologico, nutrire quest’ultimo significa essere consapevoli di cosa e come mangiamo, comprendere gli effetti che il cibo ha sul nostro corpo e sulla nostra mente e riconoscere l'influenza delle nostre emozioni sulle scelte che facciamo, anche quelle alimentari.


Un percorso per prendersi cura di sé


È proprio per imparare a nutrire il proprio benessere psicologico che “Animenta e Unobravo hanno scelto insieme di costruire una rete di sicurezza che sostenga chi ha bisogno di rinascere e di ripartire” afferma Aurora Caporossi, Founder e Presidentessa di Animenta.


In un contesto in cui i centri di assistenza sul territorio non godono di risorse sufficienti a supportare una domanda di aiuto sempre crescente, l'iniziativa di Unobravo e Animenta continua a essere un vero e proprio "salvagente" per coloro che hanno scelto di iniziare nell'immediato un percorso di terapia psicologica.


Infatti, come ha ribadito la dott.ssa Valeria Fiorenza Perris, psicoterapeuta e Direttore Clinico di Unobravo, "rivolgersi a un professionista esperto può fare la differenza per la propria salute fisica e psicologica. E questo è esattamente quello che vogliamo fare, grazie alla professionalità e competenza del pool di esperti messi a disposizione da Unobravo”.




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