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Fattura psicologo: tutto quello che c’è da sapere su come deve fatturare uno psicologo

Fattura psicologo: tutto quello che c’è da sapere su come deve fatturare uno psicologo

di Antonino Benvenuto - 09/10/2023 Contenuto revisionato dalla redazione clinica
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Fattura psicologo: tutto quello che c’è da sapere su come deve fatturare uno psicologo

Ogni professionista, per poter svolgere il proprio lavoro, si trova spesso a gestire anche gli aspetti amministrativi ed economici, come nel caso della fatturazione dei compensi. 


In questo articolo-guida parleremo in dettaglio della fatturazione per psicologi, fornendo anche qualche utile indicazione e chiarimento per una corretta compilazione. 


Fattura o ricevuta?


Uno dei dubbi più comuni, specie per chi si affaccia adesso alla professione, è se lo psicologo emetta fattura o ricevuta. Con l’avvento della fatturazione elettronica e dei corrispettivi telematici, i terapeuti non devono più emettere ricevute ma solo fatture. La tradizionale ricevuta fiscale, infatti, è stata completamente sostituita dalla fattura.


Queste sono emesse in base al proprio regime fiscale, che può essere semplificato o agevolato. Vediamo le caratteristiche di questi due regimi fiscali più nel dettaglio.


Mart Production - Pexels

La fattura psicologi in regime forfettario e semplificato: differenze


Gli psicologi possono rientrare in due tipologie di regimi fiscali, quello forfettario e quello semplificato. Possono rientrare nel regime forfettario coloro che rispettano i criteri definiti da Agenzia delle Entrate e stabiliti dall’art. 1, commi 54 -89 della legge n. 190 del 23 dicembre 2014 e successive modifiche. 


I vantaggi di aderire al regime forfettario sono sicuramente la semplificazione amministrativa e una tassazione ridotta.


In regime forfettario, infatti, la tassazione prevede il pagamento di un'imposta sostitutiva del 15%, ridotta al 5% per i primi 5 anni di attività in presenza di alcune condizioni di novità stabilite dalla legge 190 del 23.12.2019.


Oltre alla tassazione sostitutiva, il regime forfettario prevede una determinazione del reddito cosiddetta a "forfait"; ai compensi percepiti viene applicata una percentuale standard in base al tipo di attività svolta: nel caso dello psicologo è del 78%. 


L'imposta sostitutiva del 5% o 15% viene applicata sulla base imponibile così determinata al netto dei contributi previdenziali pagati nell'anno (deducibilità contributi cosiddetta per "cassa"). Il contributo previdenziale integrativo non è generalmente deducibile.


Chi aderisce al regime semplificato, invece, ha un sistema di tassazione che comprende il pagamento dell’Irpef con un'aliquota che va dal 15% al 41% applicata al reddito imponibile;  inoltre, durante l'anno, ai compensi percepiti verrà applicata una ritenuta fiscale del 20% poi recuperata in sede di dichiarazione dei redditi.


Per entrambi i regimi, poi, va calcolato il pagamento del 2% di ENPAP, 2 euro di marca da bollo per ogni fattura che supera i 77,47. In generale, le prestazioni svolte dallo psicologo sono esenti IVA (il forfettario avrà una non soggettività stabilità dalla normativa ), tuttavia le prestazioni non sanitarie per i soggetti in regime semplificato saranno soggette ad IVA.


Caratteristiche e i vantaggi della fattura psicologo in regime forfettario nel 2023


Il regime forfettario prevede una semplificazione di molti degli aspetti gestionali e amministrativi per il terapeuta. Tra questi:


  • esonero dal tenere le scritture contabili, ma obbligo a conservare i documenti emessi e ricevuti 
  • esonero dall’applicazione degli ISA (Indici Sintetici di Affidabilità fiscale, gli ex “studi di settore”) e dalla comunicazione telematica delle operazioni rilevanti ai fini IVA 
  • non applicazione e versamento dell’IRAP
  • non applicazione della ritenuta d’acconto in fattura né dell'IVA.

Lo psicologo in regime Agevolato avrà soltanto l'obbligo della presentazione della dichiarazione dei redditi e al pagamento di un’imposta sostitutiva pari al 5% o 15%.


Kindel Media - Pexels

Voci distintive e obbligatorie da inserire in fattura


Le voci da riportare in fattura dipendono dal regime fiscale a cui è soggetto il terapeuta. Quelle da inserire in tutti i casi sono le seguenti: 


  • data di emissione e numero in ordine progressivo 
  • dati identificativi dello psicologo: cognome e nome, residenza e domicilio (quello denunciato all'Ufficio IVA), Partita IVA (obbligatoria) e codice fiscale
  • dati identificativi del cliente/paziente: cognome e nome, residenza, codice fiscale
  • natura delle prestazioni formanti oggetto dell'operazione
  • ammontare e gli altri dati necessari per la determinazione della base imponibile
  • contributo ENPAP, pari al 2% dell’ammontare della prestazione
  • modalità di pagamento
  • dicitura in fattura: “Operazione senza applicazione dell'IVA, effettuata ai sensi dell'articolo 1, commi da 54 a 89, l. n. 190 del 2014 così come modificato dalla l. n. 208 del 2015 e dalla l. n. 145 del 2018”.

Se la fattura è di importo superiore a € 77,47 è necessario apporre la marca da bollo da 2 €. Inoltre, se si sta emettendo fattura direttamente al paziente, andrà indicata in fattura, nel caso in cui il paziente si opponga all’invio dei dati al Sistema Tessera Sanitaria, la dicitura “Opposizione alla trasmissione al Sistema TS del codice fiscale del paziente ai sensi dell’art. 3 D.M. 31/07/2015 e ss. modifiche”.


Solo nel caso del regime semplificato , quando si tratta di una prestazione sanitaria, andrà indicata anche la dicitura “Esente IVA ai sensi dell'art. 10 n. 18 del D.P.R. 633/72”  e aggiunta la voce relativa alla ritenuta d’acconto, che è pari al 20% dell’imponibile della prestazione.


Mikhail Nilov - Pexels

Gli psicologi hanno l’obbligo di fare fattura elettronica? 


A partire dal 1 luglio 2022, i terapeuti  in regime forfettario che nell’anno 2021 hanno conseguito ricavi o compensi superiori a € 25.000 sono obbligati alla fatturazione elettronica tranne nel caso di prestazione sanitaria rivolta al paziente privato. 


Coloro che invece non hanno raggiunto la soglia dei € 25.0000, saranno obbligati alla fatturazione elettronica solo a partire dal 1 gennaio 2024. Continua a essere vietata la fatturazione elettronica in tutti i casi in cui il soggetto che usufruisce della prestazione è una persona fisica. 


È possibile emettere fatture cumulative?


La fattura cumulativa può essere emessa dallo psicologo quando il pagamento del paziente avviene in un’unica soluzione, per esempio nel caso in cui il paziente paga 4 sedute con un unico bonifico.


In alternativa, la fattura cumulativa può essere emessa a fine mese se si inseriscono nella stessa fattura tutte le prestazioni svolte durante quel mese. La regola è che la fattura venga emessa al completamento della prestazione o alla data del pagamento (se anteriore al completamento della prestazione).


Quanto paga di IVA uno psicologo?


Lo psicologo in regime forfettario ha sempre una non soggettività IVA a prescindere dalla prestazione svolta. Lo psicologo in regime semplificato applica, su alcune tipologie di prestazioni non sanitarie, un’aliquota del 22%.  


Infatti in tutti quei casi in cui il terapeuta emette prestazioni esenti IVA, ovvero prestazioni rientranti nell’ambito delle prestazioni sanitarie, non sarà tenuto al versamento del 22% di IVA. 


Esempi di prestazione sanitaria sono la seduta di psicoterapia individuale, di coppia, di gruppo o familiare. Lo psicologo può anche emettere prestazioni di carattere non sanitario come per esempio: 


  • l’attività di docenza
  • lo svolgimento di colloqui per la selezione del personale
  • l'attività di supervisione rivolta ai colleghi. 

In questi casi sarà tenuto al pagamento dell’IVA al 22%. La base imponibile su cui calcolare l’IVA è data dal compenso più l’ENPAP. 


Cassa previdenza psicologi in fattura: è obbligatorio inserirla?


Lo psicologo/psicoterapeuta che esercita la libera professione applica in fattura la rivalsa ENPAP pari al 2% dell’imponibile prestazione.


Il terapeuta che avvia un’attività professionale deve iscriversi all’ENPAP entro 90 giorni dalla data di incasso del primo compenso. 


Olia Danilevich - Pexels

 A cosa serve il 2% ENPAP?


Il contributo ENPAP è una misura integrativa che ogni psicologo/psicoterapeuta che esercita come libero professionista è obbligato a versare all’Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza per gli Psicologi


A cosa serve il 2% ENPAP? Il pagamento dell’ENPAP serve per coprire le spese legate all’assistenza sanitaria integrativa, alla indennità per malattia o infortunio del terapeuta e a determinare l’importo della pensione del professionista. 


Come si calcola il contributo ENPAP in fattura?


Il contributo ENPAP è calcolato sull’imponibile prestazione; per calcolarlo correttamente, occorre valutare se il compenso percepito è al lordo o al netto del contributo previdenziale:


  • nel primo caso  si scorpora dall’importo ricevuto. Facciamo un esempio: su un compenso di 100 euro si divide il totale per 1,02 quindi 100/1,02 = 98,04 che rappresenta la base imponibile (ovvero l’importo su cui il contribuente paga le tasse) della prestazione, mentre il contributo ENPAP da versare all’Ente, è pari a 1,96.
  •  nel secondo caso, si aggiunge il contributo ENPAP al compenso percepito, per esempio: su un compenso di 100 euro si calcola il 2%, ovvero 2 euro che andranno aggiunti al totale in fattura, che avrà un totale di 102.

Per i contribuenti in regime forfettario, il 2% ENPAP verrà calcolato anche sull’eventuale riaddebito dell’imposta di bollo (2 euro). 


Che cos’è la fattura CTP?


Il terapeuta che svolge attività come CTP, ovvero come Consulente Tecnico di Parte, agisce nell’ambito di un processo per fornire al giudice un esame della personalità del soggetto giudicato e valutare se un eventuale funzionamento psicopatologico ha in qualche modo influenzato l’illecito commesso. 


La nomina del CTP viene autorizzata dal Giudice ma è a carico delle parti in causa, che pagheranno la parcella del consulente nominato.


L’emissione della fattura come CTP da parte dello psicologo segue le regole di emissione delle fatture per prestazioni non sanitarie. Dovrà quindi riportare, oltre all’importo da fatturare, il 2% di ENPAP e la marca da bollo se la fattura supera i 77,47 euro. 


Nel caso del regime semplificato, dovrà inoltre riportare la ritenuta d’acconto del 20% e l’IVA: questo tipo di fattura infatti, non essendo sanitaria è soggetta al pagamento dell’IVA da parte del professionista.


Tima Miroshnichenko - Pexels

Che cos’è la fattura sanitaria?


La fattura sanitaria è la tipologia di fattura che un terapeuta è obbligato a emettere nel caso in cui la prestazione che sta svolgendo rientra tra le prestazioni sanitarie di diagnosi, cura e riabilitazione


La maggior parte delle prestazioni emesse da un terapeuta sono sanitarie, per esempio:


  • sedute di psicoterapia individuale, di coppia, di famiglia, di gruppo
  • colloqui psicologici finalizzati alla ricerca di spiegazioni psicologiche per determinati problemi (difficoltà di apprendimento, problemi nel rapporto genitori-figli o insegnanti-allievi, ecc.)  
  • colloqui psicodiagnostici finalizzati all’individuazione di specifiche condizioni psicopatologiche
  • consultazioni psicologiche: quando si chiede allo psicologo un parere su problemi presenti nell’individuo o nella coppia o nella famiglia 
  • certificazioni che hanno per scopo la tutela della salute e dell’integrità psicologica del paziente
  • somministrazione di test psicoattitudinali. 

Le prestazioni sanitarie sono esenti dall’applicazione e pagamento dell’IVA.


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