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La terapia del lutto

La terapia del lutto

di Sara Gariazzo - 17/07/2024 Contenuto revisionato dalla redazione clinica
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La terapia del lutto

Il lutto è un’esperienza di perdita universale e, al tempo stesso, profondamente intima e soggettiva. Il dolore esperito nel lutto può manifestarsi in occasione della scomparsa di una persona cara o di un vissuto molto intenso di “fine”, in qualsiasi ambito dell’esistenza.


Generalmente il lutto non è una patologia, poiché nella maggior parte dei casi viene superato da chi lo ha subito senza particolari difficoltà o danni psicologici (Sgarro, 2008). Tuttavia, in circostanze particolarmente critiche, o per alcuni individui con una forte sensibilità al tema della perdita, affrontare tale malessere può essere molto faticoso, talvolta insostenibile (Boelen & Smid, 2017). È in questo caso che la terapia del lutto assume una rilevanza fondamentale. 


Che cos'è la terapia del lutto?


La terapia del lutto è orientata al raggiungimento di un adattamento sano alla perdita e alla promozione della resilienza, mediante l’accompagnamento della persona nel processo di elaborazione della sofferenza.


Tale intervento è formulato sul singolo paziente e tiene necessariamente conto del contesto culturale, dei valori e delle risorse di cui il soggetto dispone nel momento della richiesta d’aiuto.


L'importanza della valutazione


Secondo la teoria dell’attaccamento di Bowlby (1969), quando una persona subisce una perdita, si trova ad attraversare quattro fasi (stordimento, struggimento, disperazione e disorganizzazione, riorganizzazione), ciascuna fisiologica e funzionale all’elaborazione del lutto.


In base all’intensità del legame con la persona persa, i sintomi provati (dolore emotivo, rabbia, tristezza) possono essere più o meno pervasivi, ma tendono a risolversi “parallelamente alla progressiva riorganizzazione emotiva e cognitiva dell’individuo” (Carmassi et al., 2016).


cottonbro studio - Pexels

Una risoluzione, in assenza di psicopatologia, avviene solitamente in un arco temporale che va dai 6 ai 12 mesi. Quando ciò non avviene, può andare a configurarsi quello che nel DSM-5 è definito come il disturbo da lutto persistente complicato (Carmassi et al., 2016). Tale disturbo si presenta all’incirca nel 7% delle persone che hanno subito un lutto (Shear, 2012).


È importante che il terapeuta sia in possesso degli strumenti per effettuare una valutazione appropriata di questo disturbo, in modo da intervenire tempestivamente per evitare complicazioni e cronicizzazioni del malessere del paziente. Il clinico deve:


  • individuare gli aspetti psicofisiologici peculiari del lutto complicato che si stanno manifestando nel paziente. I criteri diagnostici del disturbo da lutto persistente e complicato contenuti nel DSM-5 sono numerosi. Tra questi troviamo nostalgia costante del deceduto, difficoltà nell’accettare la morte, senso di solitudine, disagio in contesti sociali, evitamento di luoghi e persone associati al deceduto
  • identificare gli elementi critici che ostacolano il naturale processo del lutto e impediscono l’elaborazione del dolore, per esempio un rapporto dipendente del paziente con la persona che è venuta a mancare, traumi psicologici pregressi, morte improvvisa o avvenuta in circostanze traumatiche e inaspettate.

L'importanza della diagnosi differenziale


Riconoscere la presenza di un disturbo legato alla mancata elaborazione del lutto è fondamentale per offrire al paziente il supporto più adatto alla sua condizione.


In alcune circostanze, infatti, distinguere il lutto complicato dalla sintomatologia tipica dell’episodio depressivo maggiore può essere complesso. Tuttavia, mentre la sintomatologia del lutto è prevalentemente orientata attorno ai temi della perdita e del vuoto lasciato dal defunto, i sintomi della depressione sono pervasivi e vanno ad intaccare in profondità il senso di sé della persona.


Allo stesso modo, è importante distinguere il disturbo da lutto complicato dal disturbo da stress post-traumatico (Post-Traumatic Stress Disorder, PTSD), specialmente quando la morte è avvenuta in condizioni traumatiche (incidente, omicidio, suicidio). Diventa fondamentale per il professionista, in questo contesto, andare a inquadrare i sentimenti del paziente: nella mancata elaborazione del lutto, sono solitamente prevalenti nostalgia e tristezza, mentre nel PTSD si manifestano maggiormente ansia e paura.


Elaborazione del lutto: alcuni approcci


Talvolta la perdita di una persona vicina è vissuta in maniera così invalidante da assumere le caratteristiche di un’esperienza traumatica (Neimeyer, 2019). In questi casi, il lavoro clinico con il paziente si struttura attorno ad approcci terapeutici d’elezione:


  • DBT (Dialectical Behavioral Therapy): ha come obiettivo l’ottenimento di un equilibrio tra l’accettazione dell’evento doloroso e delle emozioni che produce e il cambiamento dei comportamenti che tendono ad alimentare tale sofferenza
  • ACT (Acceptance Committment Therapy): unisce processi di mindfulness, accettazione e cambiamento per favorire maggiore flessibilità psicologica (Hayes & Pierson, 2005)
  • EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing): è considerato un approccio efficace per il trattamento dei traumi psicologici. Può facilitare l’elaborazione del trauma legato alla morte perché “permette ai pazienti di vivere il lutto con un maggior senso di pace interiore. [...]". Nella terapia EMDR, un paziente che sta attraversando un lutto inizierà naturalmente – e a modo suo – ad accettare la propria perdita, e al contempo supererà gli ostacoli alla propria guarigione.” (Shapiro, 2018).

È importante che tali interventi siano affiancati da una buona psicoeducazione e da tecniche di stabilizzazione psicofisiologica, per rendere il paziente più consapevole di ciò che sta attraversando e capace di gestire meglio la propria sofferenza. 


La terapia di gruppo per il lutto


Nei casi di profonda solitudine percepita e rischio di isolamento, laddove sia presente e accessibile tale opportunità, è consigliabile proporre al paziente di prendere parte a gruppi terapeutici focalizzati sul lutto.


RDNE Stock project - Pexels

Questo setting, diverso da quello individuale, consente alla persona di affrontare il dolore in un contesto nuovo di compartecipazione e condivisione. Ciò può rivelarsi una risorsa importante che porta valore alla persona e alla terapia individuale in corso.


Quando la farmacoterapia è necessaria


In alcuni casi, la disregolazione psicofisiologica del paziente potrebbe essere tale da non permettergli di raggiungere, né nella relazione terapeutica, né autonomamente, uno stato di equilibrio e stabilizzazione necessari per rendere possibile il lavoro psicoterapeutico. Sta al professionista valutare la possibilità di accostare alla psicoterapia una terapia farmacologica appropriata, da somministrarsi sotto stretto controllo medico.


In questo caso, il terapeuta concorda con il paziente di prendere contatto con uno specialista. 


L'efficacia della terapia del lutto


Studi recenti (Szuhany et al., 2021), evidenziano la rilevanza e l’efficacia della terapia del lutto per l’elaborazione del dolore, l’adattamento alla perdita e la promozione di un processo di resilienza nell’individuo.


Gli approcci terapeutici evidence-based, accostati a un intervento di cura competente e personalizzato, in un clima terapeutico di accoglienza, non giudizio e validazione delle emozioni, sono elementi essenziali per favorire il recupero emotivo del paziente e il ritorno graduale ad uno stato di benessere.


La terapia del lutto è una risorsa importante per chi si trova bloccato nella difficoltà di affrontare l’esperienza di perdita. Tale intervento può essere essenziale per aiutare la persona a ritrovare un significato e una direzione per la propria esistenza. Riconoscere e sostenere la rilevanza dei vari approcci a supporto del paziente che deve elaborare un lutto è fondamentale per garantire un adeguato sostegno nel percorso.



BIBLIOGRAFIA


  • American Psychiatric Association, 2022, Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition, Text Revision (DSM-5-TR), American Psychiatric Association Publishing, Washington
  • Boelen P. A., Smid G. E., 2017, Disturbed grief: Prolonged grief disorder and persistent complex bereavement disorder, BMJ (Clinical research ed.)
  • Bowlby, J., 1969, Attachment and loss: Vol. 1. Attachment, Basic Books, New York
  • Carmassi C. et al., 2016, Il lutto complicato nell’era del DSM-5, in Rivista di psichiatria, vol. 51, 51(6):231-237, Il Pensiero Scientifico Editore, Roma
  • Hayes S. C., Pierson H., 2005, Acceptance and Commitment Therapy, in Encyclopedia of Cognitive Behavior Therapy, Springer, New York
  • Neimeyer R. A., 2019, Meaning Reconstruction in Bereavement: Development of a research program, in Death Studies, vol. 43, 79-91, Routledge, Londra
  • Sgarro M., 2008, Il lutto in psicologia clinica e psicoterapia, Centro Scientifico Editore, Torino
  • Shapiro F., 2018, EMDR, il manuale. Principi fondamentali, protocolli e procedure, Raffaello Cortina, Milano
  • Shear M. K., 2012, Grief and mourning gone awry: pathway and course of complicated grief, in Dialogues in clinical neuroscience, 14(2), 119–128
  • Szuhany K. L. et al., 2021, Prolonged grief disorder: Course, diagnosis, assessment, and treatment, in Focus, 19(2), 161-172

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